Diverbi di verbi
Fare un libro, dalla progettazione alla stampa, è un’impresa piuttosto impegnativa e che richiede una gran quantità di tempo e di energie.
Fortunatamente non era la prima volta. Solo che, in passato, non avevo usato dei colori e, soprattutto, non avevo mixato molto caratteri in legno e in piombo. Soprattutto, di quelli in legno, non avevo usato il retro.
Però, per un progetto tratto dai Bisticci, era da subito sembrata la cosa migliore.
Faccio un passo indietro: Bisticci è una rubrica curata da Federico Demartini, su Frizzifrizzi. Io e Fede siamo amici ormai da qualche anno e collaboriamo insieme su alcuni progetti legati alla stampa (ad esempio Letterpress Workers). Per cui, quando decisi di progettare un nuovo libro, mi sembrò ovvio rivolgermi a lui per i contenuti.
Anche perché i testi dei Bisticci sono un perfetto equilibrio di leggerezza e senso, due ottimi ingredienti per le mie produzioni.
Il problema fu quello di trovare un comune denominatore, un fil rouge fra le pagine, che servisse a creare un’edizione degna di questo nome. I verbi furono i prescelti. “Ok, pensai, abbiamo superato lo scoglio più difficile”. Mi sbagliavo.
In realtà, la vera difficoltà stava nella progettazione che, quando si parla di caratteri mobili, tracima inevitabilmente nella composizione e nella stampa.
Infatti, per rimarcare l’idea di base, i caratteri in legno e in piombo hanno iniziato a bisticciare fra di loro. I due materiali, differenti e usurati, si inchiostravano, ovviamente, in modo diverso. A tutto questo si sono aggiunti altri problemi, più tecnici, che hanno aumentato i tempi di produzione. Alla fine è stato tutto risolto e, anche se il progetto, incominciato in un modo, si è via via leggermente trasformato, sono uscite le 85 copie previste.
Making a book, from design to printing, is a rather demanding undertaking and requires a great deal of time and energy.
Fortunately, it was not the first time. Only, in the past, I hadn’t used colours and, above all, I hadn’t mixed wood and metal types a lot. Above allI had not used the back of the wooden ones.
However, for a project taken from the Bisticci, it immediately seemed the best thing.
Rewind: Bisticci is a column edited by Federico Demartini, on Frizzifrizzi. Fede is a really good friend for some years now and we collaborate on some letterpress project (i.e. Letterpress Workers). So, when I decided to design a new book, it seemed obvious to me to turn to him for the contents.
Also because the texts of Bisticci are a perfect balance of lightness and sense, two excellent ingredients for my productions.
The problem was to find a common denominator, a thread between the pages, to create an edition worthy of the name. Verbs were the chosen ones. “Okay, I thought, we have overcome the most difficult obstacle”. I was wrong.
In fact, the real difficulty lay in the design which, when it comes to types, inevitably overflows into composition and printing.
In fact, to underline the basic idea, the wooden and lead characters began to quarrel with each other. The two materials, different and worn, obviously inked differently. To allof this, other problems, more technical, have been added, which have increased the production time. In the end, everything was solved and, even if the project, started in one way, has been slightly transformed, the 85 copies planned have come out.