Metamorfosi
Una nuova locandina per una mostra dedicata ai 100 anni dalla morte di Kakfa. La mostra si trova per le strade di Treviglio (BG) ed è organizzata da Dario Carta, con cui collaboro da qualche anno (per esempio con Art32). Il brano citato compare all’inizio del racconto quando la sveglia suona e Gregor è a letto, afflitto dall’idea di alzarsi. La metamorfosi è già avvenuta ma lui, probabilmente in dormiveglia, non se n’è ancora accorto.
La frase, e le sue considerazioni successive, mi hanno fatto pensare a quelli che David Graeber definisce lavori inutili (bullshit jobs).
Nelle società umane esistono attività importanti per la collettività che necessitano orari anticipati: in quelli agricoli (che seguono i cicli della terra) piuttosto che in quelli di cura (educativa, sanitaria, assistenziale) alzarsi presto è un imperativo categorico. Tutti lavori che hanno in comune un sempre più scarso riconoscimento sociale. Poi ci sono quelli che servono a riprodurre i meccanismi capitalistici della nostra società. Molti di questi lavori, per la loro portata dannosa, meriterebbero di non essere fatti. Altri, invece, potrebbero essere fatti in modo diverso, per scopi socialmente degni e senza prendere troppo tempo alla propria esistenza. La comunicazione visiva è uno di questi.
Per metamorfosi, un artefatto visivo come un poster diventa così un invito a ragionare sui propri tempi: affannarci continuamente per cose effimere, ci fa realmente felici?
La stampa originale è stata realizzata con caratteri mobili in legno e piombo in tre passaggi di colore per un formato 20×30 cm.
Successivamente l’ho digitalizzata per portarla alla dimensione di 70×100 cm, quella delle affissioni.
Detto questo, take your time!
A new poster for an exhibition dedicated to the 100th anniversary of Kakfa’s death. The exhibition is on the streets of Treviglio (BG) and is organised by Dario Carta, with whom I have been collaborating in the last few years (i.e. on Art32). The quoted passage appears at the beginning of the novel when the alarm clock rings and Gregor is in bed, distressed by the idea of getting up. The metamorphosis has already taken place but he, probably in his sleep, has not yet noticed it.
The sentence, and his subsequent considerations, made me think of what David Graeber calls Bullshit Jobs.
In human societies, there are activities important to the community that require early hours: in agriculture (which follow the cycles of the earth) rather than in care (educational, health, welfare) getting up early is a categorical imperative. All these jobs have in common an increasingly poor social recognition. Then there are those that serve to reproduce the capitalist mechanisms of our society. Many of these jobs, due to their harmful scope, deserve not to be done. Others, however, could be done in a different way, for socially worthy purposes and without taking too much time from their existence. Visual communication is one of these.
By metamorphosis, a visual artefact such as a poster thus becomes an invitation to think about one’s time: does constantly fretting over ephemeral things really make us happy?
The original print was made with wooden movable type and lead in three colour passes for a 20×30 cm format.
I then digitalized it to the 70×100 cm poster size.
That said, take your time!